CBT-Cognitive Behavioral Therapy
Scopriamo insieme la CBT
La terapia cognitivo-comportamentale nota con l’acronimo CBT (Cognitive Behavioral Therapy), rappresenta il gold standard per svariate patologie (Thoma et al., 2015). E’ una forma di terapia che consente di ottenere i risultati sperati nel più breve tempo possibile, tenendo conto della situazione di partenza della persona. Lo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale opera usando l’approccio scientifico ma al tempo stesso non trascura l’unicità e l’individualità del singolo. Infatti, si adatta a diverse persone che hanno caratteristiche diverse. Un momento importante è la fase iniziale, ossia la fase di conoscenza della persona e accoglienza della sua sofferenza. La persona non conosce il terapeuta ma anche il terapeuta non conosce il paziente. La conoscenza mira non solo ad accogliere le difficoltà ma anche e soprattutto ad individuare i punti di forza. Sin dall’inizio si concorda insieme che cosa si vuole ottenere, ossia si trovano degli obiettivi che nel corso dei vari incontri possono essere modificati.
L’assunto di base della terapia- cognitivo comportamentale è che il modo di pensare influenza le emozioni provate ed anche i comportamenti che mettiamo in atto. Questo vale per tutti gli esseri umani, non solo per le persone che vivono un momento di difficoltà o hanno una patologia. Spesso, possiamo credere che sia la situazione di per sé ad influenzare il nostro umore, ma ciò non è propriamente vero. Infatti, è il nostro modo di interpretare e pensare all’evento che incide sul nostro umore. Il pensiero rappresenta una sorta di filtro che influenza il modo in cui percepiamo, di conseguenza, il modo in cui valutiamo gli eventi che ci accadono. I nostri pensieri influenzano le emozioni ed i comportamenti. Tuttavia, è vero anche che le emozioni influenzano i pensieri ed i comportamenti. Gli eventi possono essere anche spiacevoli, ma il nostro modo di approcciarci ad essi, modifica notevolmente il nostro umore e il nostro comportamento.
Che cos’è il sistema cognitivo?
La percezione che abbiamo degli eventi influenza le emozioni, i sentimenti, i comportamenti e le reazioni fisiologiche. L’interpretazione che facciamo degli eventi avviene grazie il sistema cognitivo che è costituito da: pensieri automatici, credenze intermedie e credenze di base. I pensieri automatici rappresentano dei pensieri che si presentano nelle nostre menti all’improvviso e sono veloci. Essi sono automatici perché si presentano spontaneamente dopo gli eventi. Possono presentarsi sotto forma di parole o immagini. Molto spesso, non siamo consapevoli di questi pensieri ma possiamo notare i loro effetti ossia le emozioni. Spesso per le persone, inizialmente, è più facile cogliere le emozioni rispetto ai pensieri. Tuttavia, tali pensieri possono avere dei bias (errori) e quindi tendiamo ad interpretare gli eventi in modo distorto. E’ come se indossassimo, degli occhiali da sole che possono essere più o meno scuri e che indubbiamente modificano la nostra visione. Quindi, il primo passo è diventare consapevoli degli “occhiali” che indossiamo e poi sostituirli per vedere come potrebbe cambiare la visione.
Il sistema cognitivo è costituito anche dalle credenze intermedie ossia assunzioni e regole implicite che sono sottostanti ai pensieri automatici. Quando il comportamento assunto discosta da tali regole, cominciano le difficoltà e le sofferenze emotive. Le credenze di base sono le più antiche e le più difficili da modificare. Esse sono nate nel corso delle prime esperienze di vita, anche se possono rimanere inespresse. Tuttavia, ci possiamo trovare in situazioni che le attivano e in tali situazioni, la nostra interpretazione è distorta e tendiamo a perdere l’oggettività. Le credenze di base possono essere dirette a sé stessi e/o al mondo (Neenan et al.,2010). I pensieri automatici sono i primi che vengono modificati e che possono rappresentare un elemento su cui intervenire. Il legame esistente tra pensieri, emozioni, comportamenti e aspetti fisiologici non è unidirezionale ossia è possibile modificare uno di questi elementi per modificare le altre parti.
Cosa possiamo fare?
Gli elementi che entrano in gioco e vanno considerati sono molteplici: evento, pensiero, emozione e comportamento (Beck, 2013). L’evento rappresenta ciò che accade e che poi attiva il pensiero automatico di cui spesso non siamo consapevoli. Infatti, spesso vediamo solo la conseguenza ossia l’emozione che in ogni caso non è spiegata dall’evento ma da come interpretiamo il nostro evento (pensiero). Tutto ciò, spiega come mai, allo stesso evento, le persone provano emozioni diverse ed assumono comportamenti diversi. Nelle modalità di pensare possono instillarsi degli errori cognitivi, ossia i bias cognitivi. Uno degli obiettivi è aiutare le persone a esaminare i propri pensieri, individuare gli errori ed imparare a modificare i pensieri stessi. Solo dopo aver modificato i pensieri è possibile modificare le credenze. Quindi, è importante all’interno della terapia cognitivo-comportamentale modificare il sistema cognitivo.
Il cambiamento può riguardare: i pensieri, i comportamenti, le emozioni e/o gli eventi. Ovviamente, la scelta non è casuale, ma viene valutata dallo psicoterapeuta tenendo conto dell’unicità della persona. L’intervento terapeutico viene stilato ad hoc sul paziente, tenendo conto di ciò che serve alla persona. A volte, può essere opportuno modificare i comportamenti e di conseguenza anche gli altri elementi verranno modificati. La messa in atto di un comportamento diverso, ci consente di fare esperienze diverse e quindi anche il pensiero pur non modificandosi del tutto può diventare più flessibile. La terapia cognitivo-comportamentale è adatta a tutti, non sono necessarie delle caratteristiche specifiche. Può essere intrapresa da singole persone, da coppie, da famiglie, da adulti, da bambini e da anziani. La CBT, prevede che lo psicoterapeuta e il paziente collaborino insieme per trovare una soluzione alla difficoltà che la persona presenta, nel più breve tempo possibile. Il primo passo è essere consapevoli della difficoltà e chiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta. L’obiettivo finale è il raggiungimento del benessere, infatti il sintomo rappresenta la punta dell’iceberg (Zhang et al., 2018). Prima si interviene sul sintomo e poi si interviene per attuare una modifica più profonda. Per fare questo, vengono utilizzate svariate tecniche e strumenti validati scientificamente.
Non rimanga nel dubbio, per qualsiasi chiarimento non esiti a contattarmi, le risponderò il prima possibile.
Riferimenti bibliografici:
Beck J. S. (2013). La terapia cognitivo-comportamentale. Arezzo: Astrolabio.
Neenan, M. & Dryden, W. (2010). I cento punti chiave della psicoterapia cognitiva. Teoria e pratica. Trento:Erickson.
Thoma, N.,Pilecki, B. & McKay, D. (2015). Contemporary Cognitive Behavior Therapy: A Review of Theory, History, and Evidence. Psychodyn Psychiatry, 43 (3):423-61.
Zhang, C., Leeming, E., Smith, P. Chung, P., Hagger, M.S. & Hayes, S.C. (2018). Acceptance and commitment therapy for health behavior change: a contextually-driven approach. Front. Psychol, 11.