Biofeedback: le potenziali applicazioni oltre il dualismo mente e corpo 

Che cos’è?

Il termine biofeedback (BFB) significa retro-informazione biologica, proprio perché permette di rilevare diverse funzioni biologiche. È costituito da vari strumenti elettronici che vengono connessi al corpo della persona mediante dei sensori. È fondamentale per rendere la persona consapevole del legame che esiste tra mente e corpo. Infatti, la persona comprende come mutano le funzioni biologiche con il mutare di altre funzioni, nello specifico le funzioni cognitive (Anchisi et al., 2017). L’esperto di biofeedback può guidare le persone a modificare le risposte motorie, cognitive e neurovegetative disregolate, facendo in modo che la persona acquisisca abitudini regolative più appropriate. Dai primi decenni del Novecento, l’interesse verso le potenzialità di questo strumento è aumentato notevolmente. Tutti questi studi hanno confermato che si possono modificare e controllare diversi processi fisiologici. Ad esempio, Adrian e Bronk (1929) hanno capito che si poteva misurare l’attività di un muscolo attraverso le risposte elettriche. Può essere utilizzato sia durante l’assessment che durante il trattamento. Il biofeedback accelera il processo di guarigione, se combinato ad altre tecniche. 

Il biofeedback consente di misurare diversi parametri biologici, quali: la frequenza del battito cardiaco, la reattività elettrica delle ghiandole sudoripare, la tensione muscolare, la temperatura cutanea e la frequenza respiratoria. Il sistema di biofeedback è costituito da tre circuiti o anelli di feedback: il sistema di feedback, il paziente e il terapeuta. È bene precisare che il terapeuta osserva e modifica il rapporto esistente tra il paziente ed il sistema di feedback. Il biofeedback è fondamentale perché permette al paziente di imparare a rispondere in modo diverso agli stimoli. Una volta che il paziente è consapevole delle informazioni sulle sue reazioni fisiologiche, impara a modificarle (Anchisi et al.,1996). Le informazioni ottenute mediante il biofeedback possono essere mostrate mediante un grafico o in modo ancora più diretto attraverso segnali visivi o sonori. I segnali visivi comprendono sia segnali luminosi che immagini vere e proprie come le onde del mare o i cartoni animati per i più piccoli (Anchisi et al., 2017). Queste informazioni possono attivare l’apprendimento automatico che si basa sul rinforzo informazionale ossia è un apprendimento per prove ed errori. 

L’applicazione nell’assessment

Il biofeedback può essere utilizzato già nelle fasi iniziali della terapia, per confermare la diagnosi. Infatti, le misurazioni di questi parametri variano sulla base della patologia della persona. È utile precisare che bisogna sempre partire da un’ipotesi di lavoro che poi con il procedere delle sedute 

può essere confermata o disconfermata. Il biofeedback può essere utilizzato sia con gli adulti che con i bambini, anche se con i bimbi si usano dei feedback diversi come i cartoni animati.  In fase di assessment, si possono utilizzare le informazioni ottenute dai colloqui clinici, dai test e dai dati misurati dal biofeedback. Ovviamente, se si tratta di bambini, vanno aggiunte le informazioni ottenute dai genitori. Il feedback diretto è costituito da un video che si blocca se la risposta fisiologica non è adeguata. Proprio, il video che scorre e quindi la possibilità di guardarlo funge da rinforzatore positivo. Nello specifico, si tratta di un rinforzatore positivo di tipo dinamico. 

Il biofeedback può essere multicanale o con un singolo canale, ossia vengono registrati più parametri contemporaneamente o un solo parametro. Il biofeedback multicanale consente di effettuare una diagnosi più accurata, infatti ci da la possibilità di confrontare più parametri contemporaneamente. È opportuno che il terapeuta annoti tutto ciò che avviene in fase di registrazione, in modo da analizzare a cosa è dovuta la variazione della misurazione del parametro. Infatti, si ottiene un grafico che mostra come i parametri fisiologici mutano nel tempo. Nello specifico, così è possibile capire da quali stressor interni o esterni, dipendono le variazioni dei parametri. Il biofeedback evidenzia il legame esistente tra pensieri, emozioni ed elementi fisiologici. Per comprendere più nel dettaglio che cosa succede, è utile usare l’ABC comportamentale. Esso consente di capire quali sono gli antecedenti, i comportamenti e le conseguenze. In questo modo, si notano anche i pensieri ed il linguaggio che può essere regolativo o descrittivo. 

L’uso del biofeedback nel trattamento

Questo strumento viene utilizzato per il trattamento di diverse patologie psicologiche e mediche. Il biofeedback usa il principio del rinforzamento positivo, ossia è un evento che compare immediatamente dopo un comportamento e questo porta all’aumento del comportamento stesso.  Questo lo rende utilizzabile anche con i bambini o con pazienti psichiatrici che manifestano dei comportamenti aggressivi e che manifestano nervosismo. Ha vari ambiti applicativi: fobie, ansia, fibromialgia, la sindrome di Gilles de la Tourette, depressione, il crampo dello scrivano, stress, adhd, balbuzie e altre patologie. Per aumentare l’efficacia va utilizzato con altre tecniche, tipo: il rilassamento muscolare, il traning autogeno, la mindfulness, ecc. Il biofeedback viene usato per favorire l’apprendimento di risposte funzionali che sostituiscono quelle disfunzionali. Si usa il principio della tecnica dello shaping ossia andando avanti la risposta si avvicina sempre di più a quella desiderata (Martin & Pear, 2000). È uno strumento oggettivo che mostra lo stato di rilassamento della persona.

Viene utilizzato anche per le cefalee che possono essere muscolo-tensive, vasomotorie e miste (Carbaat & Couturier, 2016). Le cefalee sono molto diffuse non solo negli adulti ma anche nei bambini (Anchisi et al.,1996). È importante intervenire per migliorare la qualità della vita. Di fatti, sono fenomeni che possono essere molto invalidanti. La cefalea può dipendere da condizioni psicologiche, quali l’ansia e lo stress. Nel caso della cefalea muscolo-tensiva, si registra una contrazione dei muscoli prefrontali. Invece, nella cefalea vasomotoria vi è un aumento del flusso sanguigno a livello cerebrale che dipende dalla prevalenza del sistema simpatico. In questo caso, è utile utilizzare il biofeedback termico che prevede l’uso di un termistore che viene collegato al dito della persona e registra la temperatura. Ovviamente, per funzionare va usato insieme ad altre tecniche cognitivo- comportamentali. Di comprovata efficacia, l’uso del biofeedback con la mindfulness. È utile l’uso del biofeedback, senza tuttavia tralasciare l’importanza fondamentale della relazione terapeutica. 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Adrian, E.D. & Bronk, D.W. (1929). The discharge of impulses in motor nerve fibres. Part II. The frequency of discharge in reflex and voluntary contractions. Journal of Psysiology, 67, 119-151.

Anchisi, R. & Gambotto Dessy, M. (1996). Manuale di Biofeedback. Psicologia e medicina comportamentale. Torino: Edizione Libreria Cortina.

Anchisi, R., Gambotto Dessy M. & Moderato P. (1996). Analisi e trattamento del comportamento nell’infanzia e nell’adolescenza. Torino: Edizione Libreria Cortina. 

Anchisi, R., Moderato, P. & Pergolizzi, F. (2017). Roots and Leaves. Radici e sviluppi contestualisti in terapia comportamentale e cognitiva.  Milano: Franco Angeli.

Carbaat, P.A.T. & Couturier (2016). Headache: classification and diagnosis. Ned Tijdschr Tandheelkd, 123 (11).

Martin, G. & Pear J. (2000). Strategie e tecniche per il cambiamento. La via comportamentale. Milano: McGraw-Hill. 

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Disturbi d’ansia e panico

  • Disturbo d’ansia da separazione,
  • Mutismo selettivo,
  • Fobia specifica (amaxofobia (paura di guidare), aerofobia (paura di volare), emetofobia (fobia specifica del vomitare), claustrofobia),
  • Disturbo d’ansia sociale,
  • Disturbo di panico,
  • Agorafobia,
  • Disturbo d’ansia generalizzata

Disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati

  • Disturbo ossessivo-compulsivo,
  • Disturbo da dismorfismo corporeo,
  • Disturbo da accumulo,
  • Tricotillomania (disturbo da strappamento di peli),
  • Disturbo da escoriazione (stuzzicamento della pelle).


Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti

  • Disturbo reattivo dell’attaccamento,
  • Disturbo da interazione sociale disinibita,
  • Disturbo da stress post-traumatico,
  • Disturbo da stress acuto,
  • Disturbi dell’adattamento,
  • Disturbo da lutto prolungato.


Disturbi dissociative

  • Disturbo dissociativo dell’identità,
  • Amnesia dissociativa,
  • Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione.


Disturbo da sintomi e disturbi correlati

  • Disturbo da sintomi somatici (cefalea, gastrite nervosa, colon irritabile, acufene, bruxismo, disfunzione temporo-mandibolare);
  • Disturbo da ansia da malattia,
  • Disturbo da sintomi neurologici funzionali (disturbo da conversione),
  • Disturbo fittizio


Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

  • Pica,
  • Disturbo da ruminazione,
  • Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo,
  • Anoressia nervosa,
  • Bulimia nervosa,
  • Disturbo da binge-eating.

Disturbi dell’evacuazione

  • Enuresi (ripetuta emissione di urine in luoghi inappropriati),
  • Encopresi (ripetuta emissioni di feci in luoghi inappropriati)

Disturbi del sonno-veglia

  • Disturbo da insonnia,
  • Disturbi da ipersonnolenza,
  • Narcolessia,
  • Disturbi circadiani del ritmo sonno-veglia,
  • Disturbi dell’arousal del sonno NREM,
  • Disturbo da incubi,
  • Disturbo comportamentale del sonno REM,
  • Sindrome delle gambe senza riposo

Disfunzioni sessuali

  • Eiaculazione ritardata,
  • Disturbo erettile,
  • Disturbo dell’orgasmo femminile,
  • Disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile,
  • Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione,
  • Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile,
  • Eiaculazione precoce.
  • Disforia di genere

Disturbo da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta

  • Disturbo oppositivo provocatorio,
  • Disturbo esplosivo intermittente,
  • Disturbo della condotta,
  • Piromania

Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction

  • Disturbi correlati a sostanze (come cocaina, eroina, cannabis, oppiacei, allucinogeni, inalanti, sedativi, ipnotici, ansiolitici, stimolanti),
  • Disturbi correlati all’alcol,
  • Disturbi correlati alla caffeina,
  • Disturbo da uso da tabacco,
  • Disturbo da gioco d’azzardo,
  • Disturbo da gioco su internet

Disturbi neurocognitivi

  • Amnesia (disturbi di memoria),
  • Disturbi dello spazio,
  • Aprassia,
  • Afasia,
  • Delirium,
  • Ictus,
  • Ischemia,
  • Danno cerebrale traumatico,
  • Danno cerebrale dovuto a uso di sostanze/farmaci,
  • Idrocefalo normoteso,
  • Sclerosi multipla,
  • Disturbo neurocognitivo dovuto a malattia di Alzheimer (Demenza d’Alzheimer),
  • Disturbo neurocognitivo frontotemporale (Demenza frontotemporale),
  • Disturbo neurocognitivo a corpi di Lewy (Demenza a corpi di Lewy),
  • Disturbo neurocognitivo vascolare (Demenza vascolare),
  • Disturbo neurocognitivo dovuto a danno celebrare traumatico,
  • Disturbo neurocognitivo dovuto a malattie da prioni,
  • Disturbo neurocognitivo dovuto a malattia di Parkinson (Parkinson demenza),
  • Disturbo neurocognitivo dovuto a malattia di Huntington.

Disturbi di personalità

  • Disturbo paranoide di personalità,
  • Disturbo schizoide di personalità,
  • Disturbo schizotipico di personalità,
  • Disturbo antisociale di personalità,
  • Disturbo borderline di personalità,
  • Disturbo istrionico di personalità,
  • Disturbo narcisistico di personalità,
  • Disturbo evitante di personalità,
  • Disturbo dipendente di personalità,
  • Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità.

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