La comunicazione assertiva: È possibile modificare lo stile comunicativo?

Che cos’è la comunicazione assertiva?

L’essere umano è capace di comunicare con i suoi simili e questo gli permette di creare delle relazioni. L’uomo è un animale sociale, vive bene con gli altri e per lui è importante creare delle relazioni. Ciò e legato anche alla storia dell’essere umano che per sopravvivere doveva necessariamente cooperare con gli altri. La comunicazione è un’abilità sociale che può essere migliorata (Anchisi et al., 1992). Le abilità sociali sono importanti e consentono alle persone di adattarsi a livello personale, interpersonale, scolastico e professionale. L’uomo comunica i suoi bisogni attraverso la comunicazione e allo stesso tempo accoglie quelli altrui. La comunicazione può essere verbale e non verbale, è opportuno che ci sia coincidenza tra questi due aspetti. Infatti, potrebbe capitare di dire qualcosa e di comunicare l’opposto attraverso il non verbale. In questi casi, il non verbale ha un peso maggiore del messaggio comunicato verbalmente.

Per poter parlare di comunicazione, è necessario che ci siano un ricevente e un emittente. Ossia, per comunicare sono necessari almeno due persone: una persona che parla e una persona che ascolta. Chi parla emette un messaggio o ha intenzione di farlo, invece chi ascolta lo riceve. Potrebbe capitare che la comunicazione tra i due non sia chiara, questo potrebbe dipendere da svariati motivi. La comunicazione assertiva implica la capacità della persona di riconoscere e di conseguenza esprimere i propri bisogni e le proprie esigenze. Nel fare questo, si deve considerare anche l’altro. Quindi l’assertività è la capacità di esprimere chiaramente le proprie emozioni ed opinioni nel rispetto di sé stessi e dell’altro (Baggio, 2013). La persona che usa un comportamento assertivo mira a trovare un accordo e ha l’obiettivo di risolvere il conflitto, non di aver ragione. L’assertività è una modalità di comunicazione che si esprime sia con il verbale che con il non verbale.

Gli stili comunicativi

Quali sono gli stili comunicativi? C’è una risposta che vada bene sempre? Gli stili comunicativi possono essere: assertivo, aggressivo e passivo. Lo stile passivo caratterizza le persone che tendono a comportarsi passivamente, evitano di dire ciò che pensano. Sono persone che di solito, evitano di manifestare le proprie emozioni e temono il giudizio degli altri. Ritengono che gli altri sono migliori di loro stessi, perciò non esprimono i loro bisogni e sono incapaci di rifiutare le richieste che gli vengono fatte. Tutto ciò, li porta a violare i propri diritti, fanno di tutto per evitare di esporsi e per evitare i conflitti. Fanno molti evitamenti, spesso con l’obiettivo di ridurre l’ansia che accompagna l’esposizione. Spesso le persone passive hanno ansia sociale, tendono a rimandare le decisioni ed a inventare scuse. Per quanto difficile da credere queste persone provano rabbia, solo che tendono a reprimerla. Queste persone credono di non valere quanto gli altri e per questo assumono questi comportamenti.

Lo stile aggressivo spinge le persone a mettere in atto comportamenti che sono per lo più aggressivi. Queste persone pensano di essere sempre nella parte del giusto e tendono a sottomettere gli altri. Spesso, tendono a dare le responsabilità dei propri errori agli altri, sono ostili ed imprevedibili. Tendono a far valere le proprie idee ed opinioni a scapito di quelli altrui. Non sono interessati a rispettare le idee, i bisogni, le emozioni e le credenze degli altri. Potrebbero anche cercare di manipolare gli altri, umiliandoli e facendoli sentire inadeguati. L’idea di fondo è che o gli altri la pensano come loro oppure non valgono. Sono portati a ritenere che è meglio attaccare per difendersi e non subire gli eventuali attacchi degli altri. Uno stesso comportamento, a seconda del contesto e della funzione, può avere una valenza passiva, aggressiva o addirittura assertiva. Dunque è importante valutare di volta in volta il tipo di comportamento. Lo stile comunicativo può essere modificato, intraprendendo un percorso che miri a questo.

I diritti assertivi

I diritti assertivi vanno riconosciuti per poter dire che si sta assumendo un comportamento assertivo. Quando si parla di diritti, viene in mente un altro importante concetto, ossia le responsabilità. Infatti, i diritti e le responsabilità possono essere considerate le due facce della stessa medaglia. Una persona che rivendica dei diritti o che li esercita, deve essere capace di assumersi le responsabilità conseguenti a tale esercizio. I diritti assertivi portano le persone a rispettare le proprie idee, pensieri, emozioni e bisogni. Tuttavia, rispettare i propri diritti assertivi, vuol dire anche riconoscere e rispettare quelli degli altri. I diritti assertivi sono uguali per tutti. Essere assertivi vuol dire riconoscere e rispettare i diritti propri ed altrui, ciò non vuol dire essere compiacenti e assecondare, in ogni caso, l’altro. La persona assertiva sa cosa vuole, assume un comportamento coerente al suo raggiungimento, rispetta gli altri, non si sente in colpa e mantiene una buona opinione di sé anche quando non ottiene ciò che desidera.

  • I diritti assertivi sono diritti universali, anche se possono risentire delle epoche storiche e dei contesti (Baggio, 2013). Pertanto, a seconda dei periodi e dei contesti, potrebbero subire delle lievi modifiche, anche se grosso modo sono condivisi. I diritti assertivi, sono:
  • Il diritto di essere sé stessi;
  • Il diritto di far rispettare la propria persona;
  • Il diritto di chiedere;
  • Il diritto di poter cambiare idea o opinione;
  • Il diritto di esprimere un rifiuto;
  • Il diritto di fare scelte illogiche;
  • Il diritto di non giustificarsi;
  • Il diritto di sbagliare, assumendosi la responsabilità degli errori;
  • Il diritto di decidere se voler risolvere o meno i problemi degli altri;
  • Il diritto di non sapere e di poterlo esprimere;
  • Il diritto di non rendere sempre al massimo delle proprie possibilità.

Riferimenti bibliografici

Anchisi, R. & Gambotto Dessy, M. (1992). Non solo comunicare. Teoria e pratica del comportamento assertivo. Torino: Edizioni Libreria Cortina.

Baggio, F. (2013). Assertività e training assertivo. Teoria e pratica per migliorare le capacità relazionali dei pazienti. Milano: Franco Angeli.

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Disturbi d’ansia e panico

  • Disturbo d’ansia da separazione,
  • Mutismo selettivo,
  • Fobia specifica (amaxofobia (paura di guidare), aerofobia (paura di volare), emetofobia (fobia specifica del vomitare), claustrofobia),
  • Disturbo d’ansia sociale,
  • Disturbo di panico,
  • Agorafobia,
  • Disturbo d’ansia generalizzata

Disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati

  • Disturbo ossessivo-compulsivo,
  • Disturbo da dismorfismo corporeo,
  • Disturbo da accumulo,
  • Tricotillomania (disturbo da strappamento di peli),
  • Disturbo da escoriazione (stuzzicamento della pelle).


Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti

  • Disturbo reattivo dell’attaccamento,
  • Disturbo da interazione sociale disinibita,
  • Disturbo da stress post-traumatico,
  • Disturbo da stress acuto,
  • Disturbi dell’adattamento,
  • Disturbo da lutto prolungato.


Disturbi dissociative

  • Disturbo dissociativo dell’identità,
  • Amnesia dissociativa,
  • Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione.


Disturbo da sintomi e disturbi correlati

  • Disturbo da sintomi somatici (cefalea, gastrite nervosa, colon irritabile, acufene, bruxismo, disfunzione temporo-mandibolare);
  • Disturbo da ansia da malattia,
  • Disturbo da sintomi neurologici funzionali (disturbo da conversione),
  • Disturbo fittizio


Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

  • Pica,
  • Disturbo da ruminazione,
  • Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo,
  • Anoressia nervosa,
  • Bulimia nervosa,
  • Disturbo da binge-eating.

Disturbi dell’evacuazione

  • Enuresi (ripetuta emissione di urine in luoghi inappropriati),
  • Encopresi (ripetuta emissioni di feci in luoghi inappropriati)

Disturbi del sonno-veglia

  • Disturbo da insonnia,
  • Disturbi da ipersonnolenza,
  • Narcolessia,
  • Disturbi circadiani del ritmo sonno-veglia,
  • Disturbi dell’arousal del sonno NREM,
  • Disturbo da incubi,
  • Disturbo comportamentale del sonno REM,
  • Sindrome delle gambe senza riposo

Disfunzioni sessuali

  • Eiaculazione ritardata,
  • Disturbo erettile,
  • Disturbo dell’orgasmo femminile,
  • Disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile,
  • Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione,
  • Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile,
  • Eiaculazione precoce.
  • Disforia di genere

Disturbo da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta

  • Disturbo oppositivo provocatorio,
  • Disturbo esplosivo intermittente,
  • Disturbo della condotta,
  • Piromania

Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction

  • Disturbi correlati a sostanze (come cocaina, eroina, cannabis, oppiacei, allucinogeni, inalanti, sedativi, ipnotici, ansiolitici, stimolanti),
  • Disturbi correlati all’alcol,
  • Disturbi correlati alla caffeina,
  • Disturbo da uso da tabacco,
  • Disturbo da gioco d’azzardo,
  • Disturbo da gioco su internet

Disturbi neurocognitivi

  • Amnesia (disturbi di memoria),
  • Disturbi dello spazio,
  • Aprassia,
  • Afasia,
  • Delirium,
  • Ictus,
  • Ischemia,
  • Danno cerebrale traumatico,
  • Danno cerebrale dovuto a uso di sostanze/farmaci,
  • Idrocefalo normoteso,
  • Sclerosi multipla,
  • Disturbo neurocognitivo dovuto a malattia di Alzheimer (Demenza d’Alzheimer),
  • Disturbo neurocognitivo frontotemporale (Demenza frontotemporale),
  • Disturbo neurocognitivo a corpi di Lewy (Demenza a corpi di Lewy),
  • Disturbo neurocognitivo vascolare (Demenza vascolare),
  • Disturbo neurocognitivo dovuto a danno celebrare traumatico,
  • Disturbo neurocognitivo dovuto a malattie da prioni,
  • Disturbo neurocognitivo dovuto a malattia di Parkinson (Parkinson demenza),
  • Disturbo neurocognitivo dovuto a malattia di Huntington.

Disturbi di personalità

  • Disturbo paranoide di personalità,
  • Disturbo schizoide di personalità,
  • Disturbo schizotipico di personalità,
  • Disturbo antisociale di personalità,
  • Disturbo borderline di personalità,
  • Disturbo istrionico di personalità,
  • Disturbo narcisistico di personalità,
  • Disturbo evitante di personalità,
  • Disturbo dipendente di personalità,
  • Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità.

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